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Grido a #freeCONTEnt: in “Segnali di Fumo” mi racconto più in profondità di quanto avessi mai fatto prima

today9 Marzo 2017 7

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È uscito lo scorso 2 Marzo “Segnali di Fumo”, album da solista di Grido. 

Il nuovo progetto dell’ex frontman dei Gemelli Diversi è un disco molto autobiografico, caratterizzato da una forte matrice rap ma influenzato a seconda dell’argomento trattato da vari generi musicali. Parla della sua storia personale e al tempo stesso è una riflessione sulla società contemporanea. Numerosissime le collaborazioni, da Tormento a Danti dei #twofingerz, passando per Marco Masini in una sorta di remake della sua “Vaffanculo”, Chiara Grispo e suo fratello J – Ax.

Abbiamo incontrato Grido in uno dei suoi appuntamenti instore per parlare del disco.

“Mi sono fermato e ho staccato un po’ dalla discografia dopo aver lasciato i Gemelli Diversi, la mia ex band. Mi sono messo a rielaborare ex novo le sensazioni che volevo provare facendo questo mestiere. Segnali di Fumo è un disco di cui vado orgoglioso, un disco che sento particolarmente mio perché mi racconto più in profondità di quanto avessi mai fatto prima. Ho un po’ questo vizio di raccontare me attraverso le mie storie, attraverso le cose che vedo succedere, ma mi hanno fatto notare che in realtà questo disco parla anche di come vedo l’Italia e di come vedo determinati comportamenti della società moderna. Ovviamente non ho la pretesa di fare sociologia, il disco racconta delle mie di storie, di riflesso spero di dare un quadro più oggettivo possibile del mio Paese. Resta comunque tutto filtrato dal mio parere, per cui ci sta che chi è come me si riveda nei miei messaggi, chi è il contrario di me probabilmente no”.

L’artwork del disco vede Grido raffigurato nelle sembianze di una scultura indiana:

“Il tutto si rapporta al concept del disco che è in sé un viaggio mistico, un viaggio come quelli dei capi tribù. Un viaggio all’interno di me stesso, alla ricerca della libertà e della sincerità in quello che faccio. E quindi mi piaceva l’immagine del viaggiatore nel tempo, alla Doctor Who, che gira in questo futuro distopico. Io sono convinto che la società di oggi sia un bivio: sta a noi decidere se andare verso la strada che creerà un mondo più positivo, come lo vogliamo, oppure se abbassare semplicemente la testa e accettare tutto quello che ci capita. Forte è anche il richiamo alla simbologia indiana: l’aquila, il lupo e l’orso sono tre animali nobili per la cultura dei nativi americani e rappresentano per me qualità come la forza e l’abilità. L’essere umano dovrebbe tornare ad essere più affettivo, più analogico e meno digitale e freddo, sono convinto di questo”.

A proposito di “Occhi diversi” con Tormento che parla della sua paternità:

“Sembrerà banala dirlo, ma mi ha cambiato la vita. Non ci si rende conto di che cambiamento sia fino al momento in cui succede. Auguro a tutti di diventare genitori, di provare la gioia che ho provato io e che ho provato ad esprimere in questa canzone che mi fa emozionare e spero faccia emozionare anche chi l’ascolta”.

Il singolo attualmente in rotazione è “Abbiamo vinto noi” con Danti dei #twofingerz, il video è una sorta di omaggio agli anime cult degli anni 80. 

“L’idea del video l’ho sviluppata assieme a Danti e ai fratelli Tartaglia. “Abbiamo vinto noi” parla delle persone che arrivano dalla periferia, vogliono conquistare la città e uscire dall’anonimato. Eravamo additati come quelli che non sarebbero arrivati da nessuna parte. Ora, alla fine dei conti, possiamo cantare “Abbiamo vinto noi” perché abbiamo vinto la consapevolezza di essere qui a divertirci e a fare quello che vogliamo. Nel video ho voluto citare personaggi come Gigi La Trottola che rappresentano un po’ questo nella mia testa. Gigi La Trottola è alto un metro e venti, è bruttino, eppure è adorato dalle donne ed è campione di basket. L’Uomo Tigre, cacciato dalla tane delle tigri, lo faceva con il cuore e per il bene. Tutti personaggi caratterizzati da questa cosa, dovrebbero essere dei losers e invece sono dei vincenti”.

Sul doversi rapportare alla musica da solista dopo tanti anni di lavoro col gruppo:

“In realtà non ho riscontrato difficoltà, ma ho dovuto completamente re-imparare a fare musica. Quando fai parte di una squadra il tuo ruolo magari si limita al dover arricchire idee di altri, la tua creatività viene in qualche modo contaminata. Quando sei da solo devi partire da zero, con un foglio davanti, fermarti e dire “ok, chi sono? dove voglio andare?”. E questa è stata la parte più importante, dopo aver sormontato questa montagna tornare a fare musica è stato un divertimento come non lo è mai stato prima”.

L’intervista integrale con Grido andrà in onda stasera, giovedì 9 Marzo, all’interno di freeCONTEnt su Radio Stonata a partire dalle ore 20.

 

 

 

Scritto da: Andrea

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