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Vita Fusa: l’anello di congiunzione tra l’indie e il pop dei Coma_Cose

today1 Aprile 2025 11 2 5

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Dopo anni di militanza nel circuito indie, i Coma_Cose raggiungono una nuova importante (e definitiva) consacrazione nel mondo pop con “Vita Fusa”, quarto album in studio di Fausto e California – pubblicato il 7 marzo 2025.

Il titolo del disco gioca su un doppio significato: “Vita Fusa” come fusione delle loro esistenze professionali e personali, e poi “fusa” nel senso di tenerezza felina, enfatizzata dal gattino rosa sull’artwork dell’album.
Questo elemento visivo richiama direttamente la traccia “Due Gatti a Milano” (oggi le chiamano focus track) in cui il duo racconta della condivisione della loro vita nella grigia cornice milanese. La terza partecipazione al Festival di Sanremo con il brano “Cuoricini” ha segnato un passo definitivo nella loro evoluzione artistica, coniugando la profondità emotiva della loro scrittura con quell’appeal commerciale che ha reso questa canzone una di quelle (poche) sanremesi destinate a tormentarci per i prossimi mesi. Nulla togliere a “Fiamme negli occhi” (2021) e a “L’Addio” (2023), passaggi graduali e fondamentali per approdare nell’esatto punto in cui “Cuoricini” li ha fatti approdare.

Ad aprire il disco è tuttavia “Quando ti ho conosciuto” – anello di congiunzione con i Coma_Cose che furono – in cui malinconia e pop orchestrale rimandano a sonorità quasi calcuttiane; un brano in cui il romanticismo del duo raggiunge vette forse mai toccate prima (quindi se per il weekend tu non hai altri programmi, ti va per caso di sposarmi?). Immancabili nella tracklist l’uptempo “Malavita” (ma con questo singolo non dovevano proseguire sul filone della narrazione de andreiana di storie di personaggi come la Monnalisa citata nel singolo?) e “Posti Vuoti”, singolo precedente che esplora la solitudine urbana con toni decisamente più riflessivi.

Nel complesso questo “Vita Fusa” combina suoni vintage a suoni contemporanei, creando una sorta di equilibrio tra il bagaglio indie dei Coma_Cose, la psichedelìa anni 60 e l’elettronica moderna col chiaro intento di raggiungere un pubblico più ampio a cui rivolgersi. Rimane da capire se il rischio di allontanarsi dall’unicità che li aveva contraddistinti nel panorama discografico italiano li ripagherà nel modo giusto. D’altronde lo dicevano loro stessi: la strada è solo una riga di matita che trucca gli occhi alla pianura. Percorrerla tutta per andare lontano, è ciò che gli auguriamo.

*articolo a cura di Angelo Conte per Sanremo Addicted

Scritto da: Redazione

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