Musica

Serena Brancale, l’eleganza viene dal basso (come il jazz)

today27 Marzo 2025 16 6

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Si scrive “talento”, si legge capacità di coniugare l’autenticità con l’astuzia di reinventarsi. Ed è questo che indubbiamente appartiene a Serena Brancale.

Con la sua partecipazione a Sanremo 2025 con “Anema e core”, la cantautrice pugliese ha dimostrato ancora una volta la sua abilità di mescolare la tradizione alla modernità e di saperlo fare senza mai spostare il focus dalla sua voce, quella che le ha valso persino i complimenti di un colosso della musica come Quincy Jones (trovate il video pinnato sul profilo Instagram della stessa Serena).

Quelli che hanno avuto la fortuna di ascoltare “la Brancale” dal vivo sanno che la sua non è solo tecnica né mera esecuzione ma la sorprendente abilità di trasformare ogni nota in una narrazione. Non è un caso che dietro al suo talento ci sia tanta gavetta (sì, esiste ancora) – gavetta che consiste nell’investire nella propria crescita di artista multidimensionale, nella propria formazione, nell’incontro diretto con il pubblico. I suoi live, che l’hanno vista girare non solo in Europa ma anche tra Stati Uniti e Giappone, sono il racconto di un’artista che non ha mai perso la voglia di mettersi alla prova e di misurarsi con le dinamiche di una discografia in continua evoluzione, quelle dinamiche che probabilmente nella fase iniziale della sua carriera l’hanno anche ingiustamente penalizzata.

Nel 2015 Serena aveva partecipato a Sanremo, tra le nuove proposte, con il brano “Galleggiare”; canzone che ne aveva già messo in evidenza le capacità interpretative ma che a quanto pare “non è bastata”. Ed è grazie alla viralità sui social media di un brano in cui la sua “baresità” è letteralmente esplosa, “Baccalà”, che il suo percorso ha conosciuto una sterzata non di poco conto. Una canzone ironica, trascinante, accompagnata da tanti click e tante views che inevitabilmente hanno comportato altrettante critiche da parte dei puristi della “Brancale jazz” e dei puritani spettinati dal suo slang (leggasi: dialetto barese). “Baccalà” è stata una vera e propria dimostrazione di quanto il compromesso (se così si può definire l’aver strizzato l’occhio a certe dinamiche che oggi legano la discografia ai social media) possa delineare una nuova traiettoria.

Considerazione che ha tutt’altro che un’accezione negativa, perché senza di ciò non avremmo avuto “Anema e Core” – è evidente. Il brano portato sul palco dell’Ariston da Serena Brancale quest’anno è l’abbraccio perfetto tra la sua terra ed il mondo; in questo pezzo a vincere è il linguaggio universale della musica e il risultato è un mix di passione, amore per la tradizione, attenzione alla modernità e alle sonorità internazionali. I numeri manco a dirlo sono lì a dimostrarlo: “Anema e Core” ha già superato i 12 milioni di stream in poco più di un mese. Il grande pubblico ha conosciuto Serena, finalmente, anche grazie alla sua cover di If I Ain’t Got You di Alicia Keys per la quale ha duettato con Alessandra Amoroso nella serata delle cover. Un’esecuzione che non ha nulla da invidiare a quelle delle più blasonate vocalist d’oltreoceano e che “ci ha fatto arrizzicare le carni” (chiedete la traduzione dell’espressione in questione al traduttore simultaneo Brancalese – Italiano).

Certo, resta l’ironia amara dell’aver visto il nome di Serena associato solo ed unicamente al titolo del tormentone acchiappa-views per “individuarla” nel mucchio, ma se è servito ad alimentare la curiosità di chi per la prima volta oggi è andato ad ascoltarsi la sua versione di “Alleria” di Pino Daniele o le sue collaborazioni con artisti del calibro di Richard Bona, della scena rnb attuale come Ghemon, Ainé e Davide Shorty, ne è valsa la pena. Quello di Serena Brancale è stato a conti fatti un percorso a testa alta, che mai l’ha vista snaturarsi o piegarsi alle leggi del copy paste discografico. La storia di Serena Brancale ci ha ricordato che la perseveranza e la passione, pura, viscerale, unita ad un po’ di sano spirito di adattamento, sono la vera chiave del successo. Quello autentico, meritato.

*articolo a cura di Angelo Conte per Sanremo Addicted

Scritto da: Redazione

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